Una tecnologia tutta italiana tramite procedimento inverso trasforma la plastica in carburante. L’innovativo metodo è capace di convertire ogni chilo di rifiuto in plastica in combustibile.
Da 1 kg di plastica ad un litro e più di olio sintetico (per l'esattezza 1,2 litri di olio), materia prima da cui ricavare il ben più prezioso carburante.
Benzina e diesel a costi molto più bassi (di circa due terzi) del solito rispetto a quelli derivanti dai combustibili fossili.
Peccato solo per un piccolo dettaglio: finchè lo Stato non concederà i dovuti permessi non sarà possibile utilizzare il carburante low cost che permetterebbe, (a parità di accise), di far risparmiare parecchi soldini a tutti gli automobilisti.
Sono stati in molti a sperimentare la conversione di materiale plastico in carburante.
Già nel 2009 un'azienda canadese, la John Bordynuik Incorporated (Jbi), aveva messo a punto il processo Plastic2oil per ricavare dai rifiuti di plastica di nuovo petrolio e carburanti. Lo stabilimento è in grado di trasformare quotidianamente 20 tonnellate di plastica sporca, da cui si ricava diesel, benzina, e alcuni idrocarburi gassosi tra cui metano, etano, propano butano. I materiali plastici vengono trasformati per il 90 per cento in idrocarburi liquidi, l'8 per cento in carburanti gassosi, mentre solo il 2 per cento viene smaltito in discarica. Anche le emissioni sembrerebbero sotto controllo.
Fra coloro che sono riusciti nell'intento di recuperare i carburanti dalla plastica vi è un’azienda italiana (si trova a Millesimo, in Liguria) che, col suo metodo di trasformazione dei rifiuti in combustibile, riesce ormai a produrre su larga scala benzina, diesel, gasolio e kerosene.
Il metodo ecologico e alternativo per produrre carburanti parte dal presupposto che la materia plastica deriva dal petrolio.
La Società Energy & Ecology è riuscita a fare il processo inverso, ovvero, trasformare nuovamente la plastica in carburante che potrebbe essere commercializzato, accise escluse, a 15/ 20 centesimi di euro al litro, contro gli attuali 65/67 centesimi di euro se si paragona ad esempio col prezzo del gasolio, arrivando ad avere un prezzo finale alla pompa comunque inferiore di 50 centesimi per ogni litro di carburante acquistato.
Risultato sbalorditivo che potrebbe far risparmiare i consumatori, pur mantenendo costanti le entrate nelle casse dello Stato.
Da un chilo di rifiuto plastico si ricava un litro di gasolio; con tutta la plastica che c’è in giro, per le strade, oltre che nelle discariche, praticamente sarebbe un grosso passo in avanti nella salvaguardia dell’ambiente e nella riduzione dei rifiuti oltre che un risparmio tangibile e concreto per le tasche degli italiani.
Non è certo la prima volta che si sente parlare di carburanti alternativi e sistemi non consueti per risparmiare sul prezzo di benzina e diesel. Peccato però che sempre più spesso, di tali progetti, dopo poco tempo non se ne senta più parlare.
Sarà un caso oppure ci sono dietro gli interessi dei poteri forti delle compagnie petrolifere?
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