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mercoledì 9 luglio 2014

La verità sull' equo compenso tv, telefoni e computer : cos’è, chi lo paga e perchè dobbiamo pagarlo






E’ stata resa pubblica sulla Gazzetta Ufficiale la nuova tabella dell’equo compenso o meglio la legge sul diritto d’autore, stabilita mediate Decreto dal Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini ed entrerà in vigore tra 10 giorni.


Ma vediamo anzitutto cos’è la legge dell’equo compenso.

L'EQUO COMPENSO è un contributo imposto ai produttori e agli importatori di prodotti elettronici, finalizzati alla riproduzione o alla registrazione di contenuti creativi, a titolo di indennizzo sull’utilizzo e la copia privata delle opere coperte da diritto d’ autore, l’equo compenso deve essere aggiornato almeno ogni 3 anni.
L’ultimo aggiornamento è di 3 anni fa. L’equo compenso si paga quindi su telefonini, tv, smartphone, chiavette USB, tablet, hard disk, computer.

La normativa prevede comunque che il diritto di riproduzione di un’opera può avvenire solo per uso strettamente personale e quindi senza scopi di lucro o fini commerciali poiché in altri casi si è penalmente perseguibili.

Ma questa legge va ugualmente a “punire” anche quei consumatori che non hanno mai condiviso o scaricato illegalmente file coperti da copyright.

La Siae con l'equo compenso avrà modo di incassare quasi 157 milioni in più, a farne le spese è sempre il consumatore che si troverà ad acquistare a prezzi maggiori alcuni articoli multimediali di largo consumo.


Ma ecco la tabella con il dettaglio di questi rincari che saranno in vigore nei prossimi giorni :



Per gli smartphone che fino ad oggi avevano una tassa pari a 0,90 cent, andremo a pagare da 3 euro per una memoria da 8GByte fino a 5,20 euro per una memoria da 32 GByte.

Tassa di 5,20 euro anche per i tablet che fino ad oggi erano esenti e per computer e notebook.

Poi ancora tassa di 5 euro per le memorie rimovibili, fino a 9 euro per le chiavette USB e ben 14,80 euro per gli hard disk da 400 GByte in su.

Produttori e associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra e hanno già fatto sapere che faranno ricorso al Decreto.







domenica 2 marzo 2014

Ennesimo rincaro della benzina...lo stato vi tassa ogni oltre modo ? Ecco allora i carburanti alternativi per risparmiare su benzina e diesel.






Da sabato 1° Marzo è scattato l’ennesimo aumento dell’accisa sui carburanti.
0,24 centesimi al litro, che considerando l’Iva ai prezzi attuali sarà di 0,34 centesimi.


Era stato annunciato dallo scorso agosto che come copertura finanziaria inserita nel decreto del Fare era previsto un aggravio sul prezzo del carburante.

La benzina passa dagli attuali 728,40 euro ogni mille litre a 730,0 euro ogni mille litri, e per il gasolio dagli attuali 617,40 euro ogni mille litri a 619,80 euro ogni mille litri con un aumento di 0,24 centesimi ogni litro. Se si considera, però, anche l’iva, l’aumento arriva a 0,34 centesimi ogni litro di carburante.

Negli ultimi quattro anni, e cioè considerando dal 2010, le accise sono aumentate ben 10 volte e l’Iva due volte.



L’aumento del prezzo carburante, che non è dovuto a un aumento del costo del petrolio ma a un aumento dell’accisa che grava su tale prezzo, dovrebbe restare in vigore fino al 31 dicembre 2014. Ben si sa come funzionano le accise sui carburanti in Italia giacché ancora grava sul prezzo del carburante quella che fu inserita per la guerra di Etiopia (per sapere quali sono le accise che paghiamo sul carburante, c’è questo interessante articolo di approfondimento Costo Benzina : l’accise della vergogna. Si paga ancora la guerra del 1935).

Ovviamente ad essere colpiti non saranno soltanto i cittadini. Il cittadino medio che usa l’auto per percorrere mediamente 15 mila chilometri l’anno avrà una spesa aggiuntiva di 13 euro l’anno in benzina o 17 euro l’anno in gasolio.

A essere colpite saranno tutta una serie di categorie, come ad esempio autotrasportatori, noleggiatori, taxisti, agenti di commercio, gente che sull’automobile ci passa insomma la giornata e che si vedrà costretta, suo malgrado, ad aumentare i prezzi.

Gli ultimi aumenti stanno facendo diventare quasi un lusso usare l’automobile. Eppure ci sono valide alternative ai carburanti fossili che si spera, presto, aiutino a spendere meno.

Anche se si può risparmiare benzina facendo il pieno presso i distributori no logo oppure adottando uno stile di guida adeguato, ormai questi accorgimenti non bastano più.

Ricerche, studi e scoperte fatte in tutto il mondo, dimostrano che sostituire per sempre petrolio si può poichè le alternative esistono.

Purtroppo, allo stato attuale, conoscere i carburanti alternativi alla benzina può forse solo farci sperare che un giorno non molto lontano potremo fare il pieno a costi ridotti e magari viaggiare in macchina inquinando meno.


Benzina ricavata dalla paglia
La casa automobilistica tedesca Volkswagen, nel 2006, diede notizia che stava per produrre bio-carburante ricavato dai prodotti di scarto dei campi coltivati.
Nel 2009 una notizia simile fu data da Shell: avrebbe commercializzato benzina contenente biocarburante ricavato da paglia di grano.

Benzina dalle erbe
Nel Galles si sta studiando il modo di ricavare etanolo dal loglio (erba da semina molto comune in Gran Bretagna).
Col progetto denominato Grasshol, si potrebbe arrivare a produrre fino a 4500 litri di etanolo per ogni ettaro di terreno coltivato a loglio.

Diesel dai fondi di caffè
Un gruppo di ricercatori del Nevada ha studiato il sistema attraverso cui ricavare bio diesel dai resti del caffè che contengono una percentuale di carburante compresa tra l’11 e il 20% del peso totale.
Con tutto il caffè che beviamo in Italia, hai voglia a produrre carburante!

Carburante ricavato dai batteri
Grazie a un microorganismo geneticamente modificato, un gruppo di ricerca del Bioenergy Systems Research Institute, della Univesity of Georgia, guidato dal professor Michael Adams, è riuscito a trasformare l’anidride carbonica in eccesso nell’atmosfera in combustibile.

Olio fritto al posto del diesel
Sembra incredibile eppure 2 giovani canadesi (Tyson Jerry e Cloe Whittaker) con il progetto Driven to Sustain, sono addirittura entrati nel guinness dei primati per aver viaggiato in lungo e in largo con la propria auto ribattezzata green machine, alimentata esclusivamente da olio fritto di origine vegetale recuperato a costo zero nei ristoranti.

Carburante ricavato dalle alghe
L’azienda californiana Sapphire è riuscita  a produrre già nel 2008, utilizzando le alghe, un biocarburante chimicamente identico alla benzina ma che non dipende da una fonte di cibo o da terreni agricoli.

Benzina dai rifiuti
Luciano Patorno e Nancy Ho, rispettivamente ingegnere e biologa, sono riusciti a realizzare etanolo ricavandolo addirittura dai rifiuti( Sipatech).
Il carburante derivato dalla spazzatura, presenta addirittura un contenuto di energia tre volte più alto dell’etanolo tradizionale.

Benzina fai da te
Due americani,Thomas Quinn e Floyd Butterfield, hanno messo a punto MicroFueler, una macchina che con acqua, zucchero e lieviti crea etanolo da utilizzare come carburante auto (è in grado di produrre 132 litri di carburante a settimana).
Praticamente un vero e proprio distributore di benzina domestico ecologico e casalingo. Già in vendita da qualche anno, costa 10 mila dollari.
Si rientra dell’investimento dopo aver compiuto circa 60.000 km. Unico dubbio: sarà legale utilizzarla nel nostro paese?

Carburante dalla plastica
Tecnologia italiana che riesce a trasformare, qualsiasi rifiuto plastico in benzina o diesel, attraverso un processo di conversione che è già realtà e consente di abbassare il prezzo del carburante di circa 50 centesimi al litro.

Certo è che  se tutti usassimo l’automobile per lo scopo con cui è stata concepita, ovvero trasportare persone per distanze eccessive da percorrere a piedi, oppure per trasportare oggetti troppo voluminosi o pesanti da portare a mano, sicuramente sarebbe un bel risparmio.

Eppure altre soluzioni per combattere il caro benzina sembrano esserci; non si capisce però come mai non vengano adottate su larga scala visto che il petrolio, oltre a costare sempre di più, ben presto potrebbe esaurirsi, senza contare che è una delle maggiori cause dell’inquinamento ambientale.







giovedì 20 febbraio 2014

STOP momentaneo alla nuova Tassa su Bonifici Esteri e sui Versamenti, il ministero dell'Economia stoppa la tassa del 20%






Dopo un settimana di polemica è stato deciso il dietrofront sulla discussa norma che però non viene cancellata ma sospesa fino a luglio !!!


Viene cancellata la ritenuta fiscale automatica del 20% sui bonifici provenienti dall'estero. Lo ha disposto l'Agenzia delle Entrate su richiesta del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, che precisa in una nota: "Gli acconti eventualmente già trattenuti dalle banche sulla base della norma saranno rimessi a disposizione degli interessati dagli stessi intermediari".

Dopo quasi una settimana di polemiche con tutte le opposizioni sulle barricate e un'indagine aperta da Bruxelles, il ministro del Tesoro ha dato il contrordine all'Agenzia delle Entrate disponendo la sospensione della norma. Per ora fino al primo luglio. 

Lo stop al prelievo, fanno sapere dal Tesoro, è stato determinato ''dall'evoluzione del contesto internazionale''. Ma il contesto interno ha avuto la sua parte. Nei giorni scorsi si sono mobilitate le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, l'istituto Leoni, diversi parlamentari delle opposizioni. L'obbligo del prelievo era scattato lo scorso primo febbraio in applicazione di un provvedimento dell'Agenzia delle Entrate del 18 dicembre. Sulla norma si erano subito accese le polemiche.

Molti osservatori avevano messo in risalto l'irrazionalità della norma, visto che i capitali "scudati" rientrarono versando un obolo del 5%, mentre il prelievo automatico avrebbe penalizzato chi lavora all'estero e manda i soldi a casa. "Contestualmente al provvedimento di sospensione degli effetti della norma - scrive il ministero dell'Economia - è stata predisposta, per le valutazioni del prossimo Governo - nell'ambito del disegno di legge concernente disposizioni per l'attuazione dell'accordo IGA con gli USA e per l'implementazione del Common Reporting Standard - una norma di abrogazione della ritenuta di cui sopra, ai fini di semplificazione". L'Agenzia delle entrate da parte sua fa sapere che "la sospensione del prelievo del 20% sui bonifici provenienti dall'estero vale fino al primo luglio". 

Ma come funziona questa nuova tassa ?
Scopriamolo insieme visto che a quanto pare lo STOP è solo momentaneo e dal prossimo giugno si tornerà a parlare di questa tassa !!

La ritenuta d’acconto del 20% è automatica e sarà compito del contribuente dimostrare che le somme non hanno natura di ‘compenso reddituale’ per chiedere la restituzione dell’imposta.

La misura è stata subito presa di mira dalle associazioni di consumatori, che minacciano azioni legali. Secondo Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef, “E’ una vergogna, sadismo fiscale” e annuncia “se non ritirano questo provvedimento lo impugneremo perché è illegale e incostituzionale: se qualcuno lo impugnasse davanti a una commissione tributaria, infatti, vedrebbe sicuramente riconosciuti i propri diritti.

E’ assurdo colpire qualcuno basandosi soltanto sulla presunzione di colpa, equivale a cacciare una persona in galera e farla uscire dal carcere se si scopre innocente”. Inoltre “è un boomerang per lo Stato, perché farà scappare persone e capitali”. Il meccanismo è piuttosto complesso, così come complesso sarebbe da parte del contribuente dimostrare che ciò che si riceve dall'estero non ha natura di compenso fiscale.

Per farlo, un funzionario della banca deve ricevere e valutare la dichiarazione di chi chiede la restituzione dell’imposta. “Il prelievo va in ogni caso effettuato, indipendentemente da un incarico alla riscossione, a meno che il contribuente non attesti, mediante un’autocertificazione resa in forma libera, che i flussi non costituiscono redditi di capitale o redditi diversi derivanti da investimenti all’estero o da attività estere di natura finanziaria”, si legge nel testo che annuncia il provvedimento. Il contribuente può quindi “richiedere all’intermediario la restituzione dell’imposta non dovuta o applicata in misura superiore a quanto dovuto entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello del prelievo”.

La documentazione che, dunque, il contribuente dovrebbe presentare per riavere quanto trattenuto consiste in una semplice autodichiarazione con il quale il beneficiario attesta che il flusso finanziario estero incassato non è un reddito di capitale.

All'autocertificazione, bisogna allegare le copie della documentazione integrativa a supporto di quanto descritto nell'autocertificazione presentata. E non solo: il beneficiario potrebbe allegare anche il Modello Unico, da cui si evince che quella somma percepita non è ricollegabile agli investimenti eventualmente effettuati all'estero.








mercoledì 16 ottobre 2013

Tasse sulla casa...altro che tagli... ecco spiegato come triplicano !!! La tassazione immobiliare soffoca gli Italiani !!!







Imu, Service tax detta anche Trise, Tari, Tasi, Tares, Tarsu, Tia1 e Tia2… Si potrebbe continuare a lungo in questa babele di sigle, dietro le quali, tributo per tributo, si nasconde una doppia, tripla stangata per il contribuente.

La prima: una serie di aumenti, mentre per alcuni mesi abbiamo assistito a un avvilente balletto di polemiche politiche con la promessa finale, a questo punto falsa, che la tassa, almeno sulla prima casa, sarebbe stata eliminata.

La seconda: ci vorranno i commercialisti e i ragionieri, altri costi, per sbrogliare la matassa di queste spese seminate nella giungla dei nomi che cambiano come i giochi di prestigio in una fiera dell’illusionismo.

La conclusione é che la tassazione immobiliare in Italia, quando la legge di stabilità sarà definitivamente approvata, non solo non si alleggerisce, ma raddoppia. Anzi triplica.

Il nuovo tributo sui servizi, Trise é suddiviso in due parti: la Tari sui rifiuti e la Tasi sui servizi indivisibili.

Sostituisce la Tares e l’Imu sulle prime case non di lusso e sarà pagato da proprietari e inquilini.


Costo? Una famiglia di quattro persone con un appartamento di cento metri quadrati deve sborsare, in media, 366 euro, in aumento rispetto ai 281 del 2013.

Resta in piedi, inoltre, il tributo provinciale ambientale.

L’Imu é confermata sulle abitazioni principali di pregio e sulle seconde case, dove aumenterà dappertutto.

Quanto alla Tari, sarà commisurata alla superficie calpestabile dell’appartamento per poi trasformarsi, altro nome, altra giostra, altra tosatura, in Tarip, una tariffa misurata sulla quantità e qualità dei rifiuti prodotti. Immaginate che cosa potranno pagare a Napoli, Palermo, Roma….

La Tasi, infine,sarà un tributo con un’aliquota di partenza dell’1 per mille, che aumenterà sulla base delle decisioni degli enti locali: una stangata assicurata, considerando le condizioni di salute finanziaria di comuni, province (quando le aboliscono, a proposito di tasse e sprechi?) e regioni.

Abbiamo capito che dietro tanti nomi c’é una sola verità: l’impegno per il taglio delle tasse sulla casa era una grossolana menzogna.



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