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lunedì 12 gennaio 2015

Bonus bebè per le mamme del 2015: 80 euro per 3 anni. Per chi non supera 25 mila euro di reddito.


Il bonus bebè sarà erogato in base all'ISEE del nucleo familiare risulta non superiore a 25mila euro. Il bonus bebè, valido per tre anni, sarà erogato per i nuovi nati o adottati dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 e sarà di 80 euro al mese.
Raddoppio del bonus, 160 euro, per le famiglie più povere, con Isee inferiore a 7mila euro annui.


La legge di stabilità per il 2015 (23 dicembre 2014, n. 190), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 29 dicembre 2014,  oltre al credito di 80 euro mensili a favore dei lavoratori con reddito annuo che non supera i 24mila euro (o una cifra minore per coloro che non superano i 26mila euro), introduce un bonus a favore dei genitori di bambini nati o adottati tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. Il bonus bebè, pari a 80 euro al mese, ovvero 960 euro all'anno, è riconosciuto fino al compimento del terzo anno di età o di ingresso in famiglia.
L'importo è raddoppiato nel caso in cui il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente l'assegno sia in una condizione economica corrispondente a un valore dell'ISEE non superiore a 7mila euro annui.







L'assegno sarà erogato dall'Inps previa richiesta e quindi previa presentazione della domanda su apposito modulo INPS da parte della mamma.
Possono presentare domanda bonus bebè INPS le mamme che partoriranno uno più bimbi dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 o che adotteranno un bimbo in questo arco di tempo.
Ciò significa che se mio figlio nasce a febbraio 2015 l'assegno parte da febbraio se invece nasce il 20 settembre 2015 il pagamento del bonus parte da settembre.
La durata del beneficio è invece fino al terzo anno di vita del bambino, sempre che la neo mamma mantenga il possesso dei requisiti, ovvero, non venga superato il limite di reddito bonus bebè che dal 2015 al 2017 è complessivamente non superiore a 25.000 euro e per i nuclei più poveri a 7.000 euro di reddito ai fini ISEE 2015. Tale soglia reddituale va considerata come somma dei redditi dei genitori e riferito all'anno solare precedente a quello della nascita del bambino beneficiario dell'assegno.  Il predetto limite di reddito, non è previsto a partire dal quinto figlio in poi.




giovedì 24 aprile 2014

Tassa da 755 milioni sui conti corrente per finanziare il Bonus da 80 euro...


Scatta dal primo luglio l'aumento dal 20% al 26% dell'aliquota sulle rendite finanziarie che interesserà anche i dividendi staccati successivamente, le plusvalenze di azioni e fondi, gli interessi su conti correnti e depositi postali. L'aumento non tocca i titoli di Stato, come Bot e Btp.
Dei 3 miliardi prodotti dall'aumento della tassazione al 26% ben 755 milioni arriveranno dal prelievo sugli interessi per depositi e conti correnti.

Dalla lotta all'evasione 15 miliardi di euro:
Il governo conta di recuperare 15 miliardi di euro, nel 2015, dalla lotta all'evasione fiscale. E' quanto previsto dal testo definitivo del dl Irpef, nel quale si ipotizza un aumento delle entrate di due miliardi rispetto al 2013. Tagli in vista per i ministeri chiamati a risparmiare, con la presidenza del Consiglio, 240 milioni di euro nel 2014: le voci di spesa da ridurre vanno individuate entro 15 giorni dall'entrata in vigore del decreto.

Taglio 5% a contratti P.A:
Tra le novità prevista, anche il taglio dei contratti. Le amministrazioni pubbliche potranno, infatti, ridurre del 5% gli importi dei contratti per beni e servizi. I contratti possono essere rinegoziare in funzione della riduzione ed è fatta salva la possibilità di recedere entro 30 giorni senza penali. Le amministrazioni potranno stipulare nuovi contratti usando le convenzioni-quadro della Consip S.p.A., delle centrali di committenza regionali o tramite affidamento diretto.


Padoan, da bonus 80 euro effetti su Pil:
"Il bonus di 80 euro avrà ripercussioni positive sul Pil in quanto le famiglie potranno spendere di più e le imprese saranno stimolate a investire e, di conseguenza, a creare maggiore lavoro", è la previsione del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che da Madrid non esclude che si possa superare la previsione di +0,8% del Pil.

Tratto da TGCOM24




Così  riporta, oggi, Libero citando come fonte il Sole 24 Ore. Leggiamo:

"Bello lo spot degli 80 euro in più in busta paga. Il premier Matteo Renzi ci si sta giocando tutta la sua credibilità da qui al prossimo autunno, quando per andare avanti dovrà dimostrare di tradurre in realtà la valanga di promesse che ha fatto agli italiani negli ultimi tre mesi. Intanto, però, a tenere alta la fiducia ci sono quegli 80 euro che andranno a tutti coloro che guadagnano fino a 24mila euro. Che, siccome il denaro non si fabbrica (grazie Europa), da qualche parte vanno presi. E una di quelle “parti” sono le rendite finanziarie, che dal 1 luglio saranno stangate da una aliquota (ossia da un prelievo fiscale) che passa dal 20 al 26%. Colpiti sono i risparmiatori, le aziende e le banche.

Nel 2015, scrive Il Sole 24Ore, il gettito atteso sarà di 3.037 milioni di euro (cioè poco più di 3 miliardi). Il grosso, 1.241 milioni, arriverà nelle tasche dello Stato dalle ritenute sugli interessi di obbligazioni e titoli similari, ma una quota significativa arriverà da ritenute su depositi, conti correnti, libretti postali e certificati di deposito: in tutto 755 milioni nel 2015, col top del prelievo che verrà raggiunto l’anno successivo, il 2016, quando famiglie e imprese si vedranno prelevare dai conti correnti 1,1 miliardi di euro."

lunedì 14 aprile 2014

Altro che bonus in busta paga. E' ufficiale, dal prossimo mese avremo 80 euro in più in busta paga ma ci ritroveremo senza assegni familiari...a chi spettano realmente gli 80 euro e cosa cambia davvero ? Ecco chi avrà i benifici maggiori.






Solo nel corso della settimana il governo Renzi renderà noti tutti i dettagli tecnici sugli sgravi fiscali promessi a partire dal mese di maggio.

Scopriamo come cambierà la busta paga del prossimo mese per i lavoratori fino a 25 000 euro l'anno.

-Per un contribuente che dichiara appena 10mila euro lordi all'anno, cioè 700 euro circa al mese, con il nuovo sistema delle detrazioni il peso dell'irpef si ridurrebbe di appena 90 euro da qui a dicembre, con un aumento nella busta paga di 10 euro netti mensili (tenendo conto anche della tredicesime)
-Per un lavoratore con uno stipendio di 20mila euro annui, corrispondenti a poco più di 1.200 euro netti mensili, l'aumento in busta paga sarebbe invece di circa 60 euro.
-Il vantaggio maggiore, se le ultime ipotesi di riforma delle detrazioni si avverassero, lo otterrebbe chi guadagna 24mila euro lordi all'anno, cioè 1.450 euro circa al mese. In questo caso, l'aumento nella busta paga sarebbe infatti pari agli 80 euro promessi da Renzi.
-Anche i contribuenti che guadagnano di più otterrebbero un piccolo beneficio, destinato però ad annullarsi completamente attorno alla soglia di reddito dei 55mila euro lordi annui. Nel caso di un lavoratore con uno stipendio di 30mila euro annui, cioè di 1.700 netti al mese, ci sarebbe per esempio un aumento nella busta paga di poco inferiore ai 40 euro al mese.

Non va dimenticato, infine, che il governo Renzi è intenzionato a dare qualcosa anche anche agli incapienti, cioè a quei lavoratori che guadagnano talmente poco, meno di 8mila euro lordi all'anno, da non pagare neppure un centesimo di irpef. Per gli incapienti, c'è l'ipotesi che l'esecutivo dia al lavoratore un bonus di 350-400 euro da qui a dicembre (circa 40 euro al mese) che dovrebbe essere liquidato sullo stipendio dal datore di lavoro. L'azienda che versa le somme potrà poi recuperarle quando dovrà pagare l'irpef per tutti gli altri dipendenti, cioè quando dovrà girare al fisco le trattenute sulle buste paga.

Restano fuori pensionati, e la maggior parte dei lavoratori autonomi: solo gli studi che hanno organizzazioni stabili e dipendenti a carico potranno usufruire della riduzione dell’Irap a favore delle imprese che scatterà dal primo maggio. Il taglio, che nel complesso vale circa 2,5 miliardi di euro l’anno, dovrebbe consentire un abbattimento dell’Imposta sulle attività produttive del 10%.

Ma ecco che se molti di voi pensavano di poter gioire...arriva un'altra notizia che ci riporta con i piedi per terra...ecco è finita qui....Beppe Grillo dal suo blog annuncia la BUFALA Renziana...



Sembra infatti che a fronte degli 80 euro che troveremo in busta paga a partire dal prossimo mese ci ritroveremo senza assegni familiari per il coniuge a carico !!!

Ecco quindi che che se guadagneremo 80 euro a mese in realtà il guadagno netto sarà molto inferiore andando a perdere circa 65 euro in busta paga per il coniuge a carico !!!


Dal BLOG di Grillo leggiamo :

“Niente più detrazioni per il coniuge a carico: è scritto tra le pieghe della più becera ambiguità del cosiddetto Jobs Act, LEGGE DI DELEGA al Governo, attualmente al vaglio del Senato. La lettera c) dell’art. 5 infatti recita così: ” introduzione del tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito complessivo della donna lavoratrice, e armonizzazione del regime delle detrazioni per il coniuge a carico”
Cosa si nasconde dietro questa faziosa e ambigua dicitura? Un vero e proprio blitz sulla fondamentale detrazione per coniuge a carico, sostituito con un improbabile ed incostituzionalissimo tax credit! Oggi la detrazione per il coniuge a carico spetta a qualunque coniuge lavoratore/lavoratrice, uomo o donna che sia, che abbia moglie o marito a carico cioè che non abbia superato il reddito di 2.840,51 euro annuo, 5 milioni di vecchie lire. Questa detrazione ammonta all’incirca a 700/800 euro l’anno. Eliminarla sostituendola con questo cosiddetto tax credit significa ridurre enormemente la platea dei beneficiari!
Infatti la tax credit secondo la fuffa dell’articolo menzionato, spetterebbe come credito d’imposta alle imprese che assumono una donna alle seguenti condizioni, coesistenti:
- donne lavoratrici anche autonome;
- con figli minori;
- che si ritrovino al di sotto di un reddito complessivo;
Interpretando le pieghe di questa strana normativa si scopre che una donna che venisse assunta con questo meccanismo che avesse un coniuge a carico, oppure una coppia senza figli o senza figli minori, perderebbero la detrazione, che invece oggi spetta.
Queste categorie che si troverebbo scoperte, inoltre, sono per lo più proprio quelle alle quali sono stati promessi i famosi 80 euro in busta paga”.

Non si fa a tempo a sorridere ad un provvedimento apparentemente nuovo, che ne viene mostrato subito il lato oscuro !!




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