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lunedì 11 novembre 2013

Idee e ricette per non sprecare le bucce di arance, mandarini, mele, patate e ravanelli. Profuma la casa in maniera del tutto naturale e low cost e per prepara tante ricette sane e gustose.






Sapete che le bucce di frutta e verdura, soprattutto se biologiche e meglio ancora se provenienti dal vostro orto in giardino o sul terrazzo, possono essere riutilizzate per tanti altri usi e anche per la cura del nostro corpo?


COME RIUTILIZZARE LE BUCCE DI ARANCIA, LIMONI, FRUTTA E VERDURA -
Ad esempio, per uno scrub del viso efficace ma 100% naturale provate a passare sulla pelle dei pezzetti di bucce d’arancia o di melograno;

Per un massaggio esfoliante scegliete invece le bucce di banana. Vi basterà cospargere con un po’ di zucchero la parte interna delle bucce e poi strofinarle sulla parte del corpo da trattare: il risultato sarà una pelle morbida e levigata.

Le scorze delle patate sonno invece efficaci nel caso di rossori dovuti a scottature;

Chi ha invece i capelli rossi potrà provare a creare dei riflessi naturali utilizzando l’acqua di cottura delle castagne come ultimo risciacquo.

Tornando alle pulizie di casa invece, i mille usi delle bucce di frutta e verdura non si esauriscono con la pulizia di fornelli e stoviglie:

Le bucce dei limoni, per cominciare, sono perfette per eliminare il calcare dal bollitore dell’acqua, dai tappi dei lavandini e dagli erogatori della doccia. Vi basterà immergerli per un’ora in un contenitore con acqua bollente e scorze di limone tritate.

Per pulire invece il fondo della caffettiera, sarà sufficiente versarvi al suo interno le bucce del limone unite a acqua e sale grosso: lasciate riposare per qualche ora e poi risciacquate il tutto e vedrete che effetto brillante;

Le scorze delle patate sono invece utili per rimuovere le macchie scure dalle posate: è sufficiente passarle sugli utensili;

Le bucce delle mele sono invece ottime per ridare splendore alle stoviglie: fate bollire le bucce e poi utilizzate il composto ottenuto per ripristinare la brillantezza delle posate.





martedì 15 ottobre 2013

Da oggi si riaccendono i termosifoni, ecco il decalogo per risparmiare sul riscaldamento di casa







Dal 15 ottobre si riaccendono i termosifoni.

Come risparmiare sul riscaldamento di casa ed evitare bollette salate ? Con l’arrivo dei primi freddi e la necessità di riscaldare gli appartamenti, c’è anche il rischio è di ritrovarsi con bollette stratosferiche per i consumi energetici in casa.

Come evitare la batosta? Ci sono dieci accorgimenti, tutti semplici ed efficaci.

La temperatura nelle case non deve salire sopra i 20 gradi: l’eccesso di calore è perfino dannoso alla salute. E un solo grado in più della temperatura aumenta i consumi in bolletta del 7-8 per cento.

- Le valvole termostatiche vanno installate per regolare i consumi ed evitare lo spreco dell’accensione durante alcuni orari. Per esempio: il riscaldamento nelle ore notturne è assolutamente sconsigliabile.

- I radiatori devono essere liberi da copritermosifoni e da mobiletti a incasso. Anche le tende rappresentano delle barriere. Se l’aria non circola liberamente diventa pesante, e i consumi energetici aumentano.

- Attenzione alle finestre aperte per il necessario ricambio d’aria. Bastano una decina minuti per cambiare l’aria di una stanza, ed è meglio farlo, per esempio, la mattina quando ci si sveglia. Il resto è spreco: si raffredda inutilmente l’ambiente e i consumi schizzano.

- La distribuzione dell’acqua calda deve avvenire a una temperatura non superiore ai 45 gradi. Non esagerate.

- Se dovete cambiare l’impianto di riscaldamento, preferite sempre caldaie a condensazione della potenza adeguata all’ambiente da riscaldare: potete risparmiare fino al 20 per cento dei consumi.

- Se avete spirito d’iniziativa, provate a installare, ove possibile, pannelli solari. Tra l’altro potete usufruire  di buoni incentivi statali.

- Spurgate sempre l’aria dei radiatori per tenerli al massimo livello di efficienza. Se i vostri termosifoni sono vecchi e non hanno una valvola di sfiato, installatela: serve a risparmiare.

- Non siate avari sulla manutenzione. La pulizia degli apparecchi, specie per la micidiale formazione del calcare, va fatta almeno una volta l’anno. Una caldaia non efficiente aumenta il consumo del gas anche del 30 per cento.

Se in casa ci sono troppi spifferi, sostituire finestre a vetri singoli con vetri a doppia parete. Evitano dispersioni.







lunedì 7 ottobre 2013

Riduttori di flusso per sprecare meno acqua in casa e abbassare le bollette






L'acqua è un bene troppo prezioso per essere sprecato, ma non ci rendiamo conto del suo valore fino a quando non ne siamo privati o veniamo a conoscenza di persone che non ne hanno a disposizione quanto noi.
Al contrario accade che, per cattiva abitudine o deficienza dell'impianto idraulico, molta acqua viene inutilizzata prima che raggiunga la giusta temperatura.

Una soluzione a tale problema, facilmente e velocemente praticabile, può essere l'applicazione, in bagno e in cucina, di riduttori di portata di flusso, che possono addirittura dimezzare gli sprechi di acqua e corrente domestica, senza compromettere il funzionamento degli impianti.
Il riduttore di flusso è uno tra gli strumenti migliori e più semplici da usare, basta applicarlo ai rubinetti della propria casa in modo da ridurre la portata d'acqua quasi della metà.

Sprecare l’acqua in casa è davvvero facilissimo. Ci sono mille modi per farlo, tra tutti la cattiva abitudine di non chiudere il rubinetto quando non ci serve e il malfunzionamento dell’impianto idraulico che fa sì che molta acqua venga sprecata prima che raggiunga la giusta temperatura.

C’è però una soluzione semplice ed efficace per risolvere questo problema: installare sui rubinetti di casa i riduttori di flusso in grado di dimezzare gli sprechi di acqua senza compromettere il funzionamento degli impianti.

Il riduttore di flusso, viene inserito al posto del frangigetto, è un meccanismo piccolo e raffinato, frammenta l'acqua in piccolissime particelle miscelandola con l'aria.


Il volume del getto si mantiene corposo, consumando circa la metà dell'acqua e garantendo la stessa pressione di uscita, nonostante la portata inferiore.
In caso di aumento di pressione, il riduttore di flusso la regola, stabilizzando la portata di circa 6 litri al minuto.
E' realizzato con resine acetiliche, atossiche, che riducono notevolmente l'accumulo di calcare.
Per quanto riguarda i regolatori per la doccia il meccanismo è lo stesso del precedente ma strutturalmente sono diversi in quanto sono dei raccordi che vanno inseriti tra la rubinetteria ed il tubo doccia.

QUANTO COSTANO I RIDUTTORI DI FLUSSO. Facile da applicare anche senza l’aiuto di un idraulico e decisamente economico nel prezzo che oscilla tra i 2 e i 10 euro, Il riduttore di flusso deve essere inserito al posto del frangigetto: un solo di questi oggetti permette un risparmio sulla bolletta pari a 60 euro all’anno.



Frammentando l’acqua in minuscole particelle e miscelandola con l’aria fa sì che il volume del getto si mantenga corposo nonostante la minore portata. Se la pressione dell’acqua aumenta oltre certi limiti, il riduttore di flusso la regola stabilizzando la portata di circa 6 litri al minuto. È realizzato inoltre con resine acetiliche atossiche che permettono di ridurre notevolmente l’accumulo di calcare.

COME INSTALLARE I RIDUTTORI DI FLUSSO. Se i rubinetti di casa hanno una capsula metallica svitabile, per installare il riduttore dovrete semplicemente smontarla, inserire il regolatore e riavvitarla. In caso contrario vi basterà inserire il riduttore al tubo flessibile. Un sistema semplice ma estremamente efficace, che vi permetterà di risparmiare fino a 4.000 litri di acqua all’anno.

domenica 6 ottobre 2013

Curare la febbre nei bambini piccoli in modo semplice, naturale e senza sprechi.






La febbre non è una malattia, ma una difesa naturale del corpo, una reazione dell’organismo per difendersi dalle infezioni. Nonostante le rassicurazioni dei pediatri, spesso però la febbre soprattutto se il bimbo è molto piccolo, crea sempre molta ansia nei genitori.

Ecco come intervenire per far scendere la temperatura, anche in maniera naturale.

Raffreddore, tosse e febbre: sono molti i bambini che a causa dei continui sbalzi di temperatura tipici del periodo si ritrovano già a fare i conti con l’influenza. E la febbre si sa, soprattutto se il bimbo è molto piccolo, è qualcosa che crea sempre molta ansia nei genitori.

Ma come intervenire in caso di febbre alta? E soprattutto quando è il caso di ricorrere alle cure mediche e quando la febbre può essere trattata anche in maniera naturale?

Spesso infatti anche i semplici rimedi della nonna sono sufficienti per far scendere la temperatura e far stare meglio il piccolo.

COS’E’ LA FEBBRE E PERCHE’ SI MANIFESTA - È importante sapere che la febbre non è una malattia, ma una difesa naturale del corpo, una reazione dell’organismo per difendersi dalle infezioni: l’aumento della temperatura aiuta a distruggere i germi.

"Se il bambino ha 39°C di febbre ma è tranquillo e gioca senza lamentarsi, non occorre nessuna terapia. Va trattata solo quando rende il piccolo sofferente e irritabile, non lo lascia dormire o mangiare normalmente”.

RIMEDI NATURALI PER FAR SCENDERE LA FEBBRE - Ecco allora alcuni consigli utili per curare la febbre nei bambini in maniera semplice e naturale:

Innanzitutto evitate di coprire troppo il piccolo e cercate di farlo bere molto: i bambini tendono a disidratarsi più facilmente rispetto agli adulti in caso di febbre. Spazio quindi a acqua, succhi di frutta, spremute, brodo di pollo, camomilla e latte.

Per dare sollievo al piccolo potete provare a praticare delle spugnature rinfrescanti.

Mantenete i bambini a riposo ma non necessariamente a letto: l’importante è che l’ambiente in cui si trova abbia la giusta temperatura.
Non mostratevi nervosi o preoccupati perché così rischiate di irritare il piccolo e piangere favorisce l’aumento della temperatura.



CURARE LA FEBBRE NEI BAMBINI - Ma, nonostante le rassicurazioni dei pediatri, la febbre nei bambini rimane comunque uno dei fattori che più spaventa e crea ansia nei genitori. Ed è per aiutarli a capire come comportarsi per gestire l’emergenza febbre nei più piccoli che il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) ha pubblicato delle linee guida che si sono soffermate soprattutto sulla distinzione tra i casi in cui la febbre deriva da infezioni virali che passano da sole senza lasciare conseguenze e quelli in cui la febbre potrebbe essere considerata come il campanello dall’allarme di una patologia che richiede maggiori accertamenti.

COME CURARE LA FEBBRE NEI BAMBINI - Ecco allora i consigli contenuti nelle linee guida su come curare la febbre nei bambini:

La febbre diventa un campanello d’allarme quando raggiunge 38°C nei bambini fino 3 mesi e 39°C in quelli da 3 a 6 mesi.

Dai 7 mesi in su invece, oltre all’aumento della temperatura è necessario che siano presenti anche altri sintomi come difficoltà respiratorie, gravi anomalie del colorito di pelle e mucose, rigidità del collo e alterazioni dello stato di coscienza o delle interazioni del bambino con gli altri per recarsi immediatamente dal pediatra.

Occorre inoltre tenere conto della frequenza cardiaca: il rischio di una patologia più seria aumenta se supera i 160 battiti al minuto sotto l’anno di età, i 150 tra uno e due anni e i 140 dai due anni in su.
Se invece ci si trova nella situazione in cui il bambino ha la febbre molto alta ma non sono presenti altri segnali d’allarme come quelli descritti sopra può essere che si tratti di sesta malattia, una patologia che in genere scompare in pochi giorni.
È necessario ricordare inoltre che i due farmaci antipiretici autorizzati nei bambini al di sotto dei 6 anni sono paracetamolo e ibuprofene e che devono essere usati per contrastare il malessere del bambino e solo fino a quando il malessere dura altrimenti si possono avere altre complicazioni dovute a un uso non corretto dei farmaci.

Pertanto è fondamentale seguire sempre le istruzioni riguardo le modalità di utilizzo dei farmaci e rispettarne i tempi di intervallo nelle somministrazioni.
Evitare infine facili e a volte inutili somministrazioni di antibiotici al minimo segno di malessere nel bambino.




martedì 16 luglio 2013

Risparmiare il 50% mangiando e acquistando il cibo in scadenza ai supermarket evitando gli sprechi - come e quando è possibile mangiare il cibo in scadenza senza problemi

Lo sapevate che mediamente l’8% della nostra spesa finisce in pattumiera? Ma siamo sicuri che sia davvero da buttare?
I Freegani ci dicono di no. Vediamo di capirne di più!

Il movimento Freegan nasce negli Usa e in breve si diffonde anche nel Nord Europa facendosi portatore dell’anticonsumo spinto, predicando persino la caccia al cibo ancora commestibile tra i rifiuti dei supermercati.



Tanto per iniziare ecco 6 semplici regole per non sprecare il cibo:
- comprare con criterio
- cucinare con attenzione
- mangiare meno grano e carne
- acquistare dai produttori locali
- utilizzare quanto basta
- consumare gli avanzi al cibo ancora commestibile tra i rifiuti dei supermercati


Il cibo scaduto non è di per sè pericoloso. Basta seguire alcuni accorgimenti. 

Ecco gli alimenti che possono essere consumati anche dopo la data di scadenza e quelli che invece vanno tassativamente buttati nella spazzatura.

Il tutto è riconducibile alla didascalia che troviamo sull'alimento. C'è infatti una differenza sostanziale che, spesso e volentieri, non si nota.
Il “da consumare entro il” è estremamente differente dal  “consumare preferibilmente entro”.
Se il primo infatti è riferito al cibo fresco ad alta deperibilità ed è una regola da seguire tassativamente, la seconda dicitura indica invece un termine entro il quale il prodotto perde solamente alcune caratteristiche organolettiche che non vuol dire affatto essere diventato pericoloso, dannoso o non commestibile. Ecco quindi che lo yogurt si può mangiare anche dopo dieci giorni la scadenza, conterrà sicuramente meno fermenti lattici ma non sarà malsano. Così come la pasta, l'olio di oliva e i pomodori pelati.

Cibi che, al contrario, non è sinonimo di intelligenza ingerire e che, soprattutto, rischiano di portare danni e malori al proprio organismo sono gli alimenti di origine suina, bovina ed il pesce. Proprio quest'ultimo, ad esempio, detiene il triste record di essere il cibo con la più alta percentuale in Italia per intossicazioni alimentari.

Questo vuol dire che pollame, ma anche carne di maiale e manzo, che si trovano nella grande distribuzione, corrono un rischio notevole e, quando arrivano le rispettive scadenza, è decisamente consigliato non ingerirle.

Certi cibi infatti si mantengono anche oltre la scadenza!

Latte fresco e Yogurt
Per legge, la scadenza del latte avviene dopo 5 giorni dall’imbottigliamento, ma gli esperti di settore assicurano che ha una vita media di sei giorni, allungabili a nove con una buona conservazione in frigo.
La data di scadenza dello yogurt invece è abbastanza variabile: tra i 20 e i 30 giorni dalla produzione. Nonostante questo, ne buttiamo dal 3 al 5% senza sapere che lo yogurt si può mangiare anche 10 giorni dopo la data di consumo preferibile, sebbene perda molti fermenti.

Carne e Pesce
La carne acquistata in macelleria dura attorno ai 3 giorni, mentre il pollo preconfezionato e sottovuoto (senza ossigeno in vaschetta) resiste sei o sette giorni nel frigorifero. Impariamo a surgelare la carne prima che scadano questi termini, così durerà fino a sei mesi.
Il pesce ha un tempo di conservazione più limitato: riposto in frigo in un contenitore profondo e dotato di coperchio, può mantenersi fino a 3 giorni, ma anche in questo caso surgelando il prodotto potremo allungare la scadenza fino a 12 mesi!

Prosciutto
Quello cotto è più deperibile di quello crudo, che può rimanere anche tre mesi nelle vaschette sigillate. Una volta aperto, come tutti gli altri salumi, va consumato in fretta: entro 2 giorni quello cotto, entro tre quello crudo. Ma si può anche surgelare: dura fino a tre mesi.

Uova
Per legge la data di scadenza indicata deve essere di 28 giorni dalla deposizione. Dopo tale limite, si possono consumare ancora per 5-6 giorni, mai oltre la settimana: il rischio di contaminazioni microbiologiche è elevato a causa della permeabilità del guscio.

Sughi e pasta
I sughi freschi fatti in casa e quelli confezionati una volta aperti, si conservano in frigorifero fino a 8-10 giorni. Quelli pronti, se sigillati e conservati correttamente, possono superare la data di scadenza di 1-2 mesi. L’importante è verificare che aspetto, colore, odore e sapore siano rimasti inalterati.
La pasta secca ha una scadenza piuttosto lunga: da 18 a 24 mesi. Se sigillata e conservata in un luogo adatto può essere consumata tranquillamente anche 2 o 3 mesi dopo.

Biscotti secchi e confetture
Generalmente i biscotti hanno scadenza annuale, ma possono essere consumati anche in seguito fino a qualche mese dopo la data indicata, al massimo avranno perso la fragranza.
Le confetture invece, se realizzate con zucchero e frutta in parti uguali, si conservano chiuse per più di un anno e si possono consumare anche diversi mesi oltre la data di scadenza, sia che siano prodotte industrialmente, sia che siano fatte in casa.

Sott’oli, sottaceti e tonno in scatola
I sott’oli e sottaceti conservati in vetro scadono dopo 3 anni dal confezionamento, quelli nella plastica dopo uno. I margini di tolleranza dopo la scadenza variano di conseguenza: più lunghi i primi (1-2 mesi), più brevi i secondi.
Anche il tonno è un prodotto longevo: la data di scadenza può essere fissata anche a cinque anni dall’inscatolamento.  Su un margine di tempo tanto ampio, consumarlo qualche mese dopo la data indicata non fa la differenza!

Condimenti
I condimenti se contengono uova (come la maionese o la salsa tonnata) scadono prima, altrimenti i tempi si allungano molto. Ketchup e senape resistono fino a 3 anni, mentre quelle contenenti uova solo 6 mesi ed è meglio non consumarle oltre la data di scadenza.

Gelato
L’assenza della data di scadenza sulle singole confezioni acquistate nei bar è dibattuta da tempo. Quelli da supermercato, invece, riportano tale limite, che può anche essere superato di settimane senza alterazioni della consistenza. Anche quando si formano cristalli di ghiaccio per una conservazione poco attenta, comunque, il consumo del gelato (anche artigianale) non comporta rischi per la salute.


Quale regola adottare per mangiare o meno cibi scaduti? Per decidere se mangiare o meno un alimento è importante verificare osservandolo bene e tenere a mente alcuni aspetti:

1) che sia stato conservato correttamente (per gli alimenti freschi è proprio la legge che impone di indicare le modalità di conservazione)

2) che non sia aperto e, se lo fosse, che abbia un “bel colorito” e non presenti muffe

3) che, quando sigillato, la confezione non presenti strani odori o rigonfiamenti

Cibi scaduto quindi: mangiare o non mangiare? Sicuramente partiamo da un altro presupposto: limitiamo i nostri acquisti e non sprechiamo il cibo che, non scordiamolo, è bene preziosissimo.

Un po' di margine, tuttavia, può esserci, ma non per tutti gli alimenti e, soprattutto, soltanto se i cibi sono conservati in condizioni ottimali".

Crescono le promozioni nei centri commerciali con prodotti in scadenza con uno sconto del 50%,  un ottimo sistema per non rinunciare alla qualità ed avere un prezzo da sottocosto:  il centro commerciale ne trae profitto dal fatto che resterebbero invenduti quei prodotti a 2-3 giorni dalla scadenza e quindi tolti dallo scaffale e censtinati.

Il successo riscontrato tra il pubblico è notevole, tale che tutti i supermercati di grande distribuzione propongono la stessa iniziativa, e la clientela ormai agguerrita si organizza per comprare quasi esclusivamente quiei prodotti in scadenza (ovviamente comprando solo la quantità giusta che si riesce a consumare in 2-3 giorni per non incorrere nel problema di non riuscire a consumare i prodotti e gettarli, buttando via il nostro risparmio! Sono divenuti ormai un last minut del cibo! mentre in passato unica alternativa del risparmio era rivolgersi ai discount a discapito del marchio non pubblicizzato.

Un altra iniziativa è per il comparto di prodotti freschi che devono essere venuti in giornata e non oltre come pesci, crostacei, particceria, primi piatti, pollo allo spiedo ecc.. venduti alla meta dopo le 19! e la coopestense ha fatto lo slogan prendendo in prestito una frase di una canzone di ligabue “dopo le 19, vivere costa la metà” . Sono offerte allettanti da non sottovalutare ma il consiglio è di comprare il giusto , sempre per il discorso di non buttare poi in pattumiera cio che non riusciamo a consumare!

All’iniziativa fanno parte tutti i marchi della GDO grande distribuzione :

AUCHAN www.auchan.it  sconti per prodotti in scadenza dal 20 al 50%

CARREFOUR www.carrefour.it sconti per prodotti in scadenza del 50%

COOP www.e-coop.it sconti per prodotti in scadenza del 30%

CONAD  www.conad.it sconti per prodotti in scadenza del 50%

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